Come gestire l’ADHD durante la pandemia COVID-19
La pandemia del nuovo coronavirus sta creando sfide senza precedenti, a tutti i livelli della società, presentando molte sfide per i bambini, i giovani e le loro famiglie. La chiusura delle scuole e le restrizioni sul contatto fisico stanno determinando noia e svogliatezza in molti bambini e adolescenti con maggiori probabilità di mettere in atto comportamenti problematici e creare disagio all'interno della famiglia.
Maggiormente vulnerabili a queste dinamiche sono bambini e adolescenti con ADHD (acronimo inglese del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività/Impulsività), il cui pattern comportamentale spesso può degenerare in cicli coercitivi in relazione alle risposte affrettate che producono i genitori, portando così alla rottura delle relazioni e all'esacerbazione dei problemi. Su queste difficoltà, molte mamme hanno scritto sui social-media, web e gruppi di aiuto riportando episodi di vita quotidiana ai tempi della quarantena e sottolineando le marcate difficoltà nella gestione di alcuni comportamenti disfunzionali. A tal proposito, vorrei riportare alcune affermazioni che girano sul web in questo momento: “sto lavorando in smart working (…) mio figlio continua a interrompermi urlando e parlandomi mentre sono al telefono per lavoro. Non riesco a lavorare!”; “E’ una settimana che non vuole fare i compiti come prima!! Adesso urla e per convincerlo devo minacciarlo. Non voglio più minacciarlo!!”; “Vuole fare quello che vuole, non rispetta più le regole che siamo riusciti a concordare con la psicologa. È da un po’ che non sente la sua psicologa e sembra stia regredendo. Sono disperata!”
Sicuramente, come ha dimostrato uno studio pubblicato in Cina recentemente, i bambini con ADHD mostrano un umore negativo durante il periodo dell’epidemia Covid-19, che interferisce con il pattern comportamentale intensificando i sintomi ADHD rispetto a pochi mesi fa; inoltre, sembrerebbe che essi risentano anche dello stress e dell’umore negativo dei genitori.
L’European ADHD Guidelines Group (EAGG) raccomanda di continuare le cure con i professionisti (Psicologi e Neuropsichiatri) adattandosi alle strategie tecnologiche a disposizione (telefono, videochiamate, etc.) ai fini di gestire i comportamenti disfunzionali e lo stress correlato alla quarantena. Ai genitori si chiede di adottare le tecniche acquisite durante il parent training, sebbene le routine siano cambiate, per ottenere benefici e ridurre i comportamenti oppositivi e distruttivi che spesso troviamo in comorbilità con l’ADHD. Nel tentativo di gestire i comportamenti del figlio, il genitore spesso sente di aver perso la sua autorevolezza e il controllo educativo mostrando così sentimenti di impotenza, esaurimento di risorse, stanchezza fisica e mentale, disperazione e sconforto. Genitori tenete duro!
È importante:
- stabilire delle nuove routine e delle nuove regole concordandole (per quanto possibile) con i vostri figli;
- definire le azioni da compiere nelle diverse situazioni e quali conseguenze (positive o negative) possono derivarne;
- creare degli obiettivi facilmente raggiungibili, così da non rendere ancora più insicuri e demotivati i vostri figli, nella possibilità di mettere in atto un comportamento positivo;
- non esagerare con i rimproveri e le punizioni, così da non mantenere i comportamenti indesiderati;
- per quanto possibile, ignorare strategicamente alcuni comportamenti;
- agire con punizioni in caso di comportamenti gravemente negativi (se questi degenerano e rischiano di ledere altri o il ragazzo stesso, intervenire chiamando il 112 o il 118 anche se è doloroso e può far paura);
- non usare il braccio di ferro, tanto vincono sempre i vostri figli in un modo o in un altro;
- lasciare lo spazio al bambino o all'adolescente per esprimere le proprie emozioni (rabbia, tristezza, gelosia, etc.).
A questi genitori sappiamo benissimo che è richiesto un doppio sforzo e il mio pensiero va a loro, che si ritrovano ad affrontare ogni giorno una convivenza difficile e forzata in balia degli eventi.
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