ADHD: facciamo chiarezza sul trattamento farmacologico con metilfenidato!
Dopo la diagnosi, i bambini con ADHD necessitano di interventi volti a migliorare il funzionamento globale. I trattamenti sono regolati da linee guida europee e nazionali che concordano nel riportare, ad oggi, tre tipi di intervento efficaci: interventi psico-comportamentali ad indirizzo cognitivo-comportamentale, terapie farmacologiche e interventi combinati (entrambe le precedenti).
Il trattamento farmacologico è immediatamente consigliato in casi di maggiore gravità parallelamente all’avvio delle terapie psico-comportamentali; tuttavia, anche in casi di minore gravità si può ricorrere al farmaco e in particolare se le terapie rivolte ai genitori, insegnanti e bambino non possono essere attuate o non hanno portato ai risultati attesi dopo un ciclo di 6 mesi.
Ad ogni modo, secondo le linee guida SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), l’impiego dei farmaci in Italia è possibile a partire dai 6 anni di età e per i bambini più piccoli è indicato il parent training come unico intervento efficace.
Il farmaco di prima scelta per l’ADHD in Italia è il Metilfenidato (MPH) che appartiene alla categoria dei farmaci psicostimolanti. Da diversi studi risulta essere molto efficace con una riduzione dei sintomi sino al 70% nei soggetti affetti da ADHD.
L’effetto terapeutico è rapido.
Una settimana di trattamento è in genere sufficiente per ottenere benefici valutabili anche in ambito scolastico: aumento dell’attenzione, della capacità di portare a termine i compiti assegnati, oltre ad una riduzione dell’impulsività, della distrazione e delle interazioni interpersonali conflittuali. Solo il 30% dei bambini con ADHD non risponde al metilfenidato e i fattori che sembrano limitare l’efficacia del farmaco sono: la predominanza di ansia e depressione nel quadro sintomatologico (sintomi che nei bambini con ADHD il metilfenidato migliora), la concomitanza di lesioni organiche e neuroevolutive, e la presenza di condizioni socioeconomiche ed ambientali sfavorevoli. Tutti elementi che riconducono anche alla difficoltà ed eterogeneità della definizione diagnostica di questa sindrome. Il metilfenidato è il principio attivo del Ritalin, Medikinet e Equasym. Il Ritalin è un farmaco a rilascio immediato e la sua emivita è di 4-5 ore, pertanto richiede 2-3 somministrazioni al giorno. Il Medikinet e Equasym sono a farmaci a rilascio prolungato con un’emivita di 6-8 ore circa e possono non richiedere ulteriori somministrazioni al giorno. In genere il farmaco viene somministrato durante la frequenza scolastica e si attua una sospensione, quando possibile, nei periodi di vacanza (Natale, Pasqua ed estate) e talvolta anche nei giorni che non è richiesta la frequenza scolastica (es. sabato e domenica). Teniamo presente che nei periodi di sospensione gli effetti del farmaco svaniscono.
Una volta iniziato il trattamento viene in genere proseguito per alcuni anni e non crea dipendenza poiché il dosaggio è tarato sul peso del bambino.
Gli effetti collaterali del metilfenidato sono modesti e facilmente gestibili. I più comuni sono diminuzione dell’appetito durante l’azione del farmaco, insonnia (ma può essere prevenuta evitando la somministrazione serale). Durante i primi giorni dell’assunzione possono essere presenti anche mal di testa, nausea e mal di pancia che poi si risolvono. Generalmente, prima di prescrivere il farmaco, il medico richiede una prova con test acuto in estemporanea programmando un Day Hospital in cui si monitorano i parametri vitali del bambino. Se la prova procede bene e determina risultati positivi, il farmaco può essere prescritto e somministrato a domicilio. Nel corso della terapia è opportuno un monitoraggio mensile, trimestrale o semestrale (sceglie il neuropsichiatra) con accertamenti medici (prelievi ed ECG) al fine di scongiurare interazioni mediche, rinnovare il piano terapeutico e proseguire con la terapia. Tuttavia, va aggiunto che il metilfenidato è un farmaco controllato dalla Azienda Italiana del Farmaco (AIFA) e pertanto va prescritto con accortezza su diagnosi e piano terapeutico dai centri specialistici individuati dalle regioni coordinandosi con i servizi territoriali.
Attenzione: da soli i farmaci non curano il disturbo!!! Preferiamo un intervento multimodale associando terapie farmacologiche e psico-comportamentali.
Menghini D., Vicari S. (2020). Deficit di Attenzione e Iperattività. Carocci Editore.