Disturbi da Deficit di Attenzione e Iperattività - ADHD





Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da difficoltà di attenzione e/o iperattività. 

Stiamo parlando di bambini energici difficili da gestire, che possono far perdere la pazienza, che presentano difficoltà ad ascoltare le richieste e ad eseguire gli ordini; che vorrebbero fare più cose contemporaneamente passando da una cosa all’altra, lasciando i giochi a metà.
I bambini con ADHD sono continuamente bombardati da stimoli sensoriali, impulsi e informazioni che cercano di elaborare, ma che comportano disordine, impulsività, inattenzione e ipercinesia. Non si tratta di “maleducazione” o “stanchezza” ma di una voglia irrefrenabile di muoversi e di tenersi impegnati a discapito di regole, contesti e figure adulte. Generalmente sono bambini che si annoiano facilmente e che hanno avversione per le attese, praticano molti sport e sono impegnati in parecchie attività ricreative e di gruppo. 

I bambini con ADHD hanno difficoltà nelle capacità di autoregolazione e autocontrollo, di interiorizzazione delle regole; non riescono a stare fermi, zitti, attenti e a stabilire relazioni soddisfacenti con gli altri bambini che spesso si mostrano insofferenti e infastiditi da questi comportamenti disfunzionali. 

È possibile osservare comportamenti irrequieti e inattenti già in età prescolare. Durante la scuola dell’infanzia, infatti, si segnalano le prime difficoltà gestionali e comportamentali che si manifestano con massima iperattività, crisi di rabbia, litigiosità, gioco ridotto, tendenza a passare da un’attività all’altra e tendenza a cimentarsi in attività pericolose. Queste difficoltà trovano, poi, massima espressione con l’ingresso alla scuola primaria, dove il dover stare necessariamente seduti, rimanere concentrati e rispettare determinate regole scolastiche comporta una sofferenza e un disagio. Infatti, la prima diagnosi arriva intorno ai 6 anni quando il bambino inizia a sperimentare le prime frustrazioni a seguito di attività scolastiche troppo dispendiose in termini di attenzione. 

Attenzione: molti bambini con queste difficoltà alla scuola dell’infanzia, non svilupperanno ADHD! 

Chi individua i primi comportamenti a rischio?
I genitori e gli insegnanti hanno un ruolo molto importante nell’individuazione precoce degli elementi clinici che potrebbero portare alla diagnosi. In presenza di comportamenti disattenti e irrequieti/impulsivi in più contesti (scuola, famiglia o sociale), l’insegnante e/o il genitore possono ricorrere a una osservazione più strutturata cercando di discriminare la natura di questi comportamenti. 


A chi rivolgersi in caso di sospetto ADHD?
Il primo passo per la diagnosi spesso spetta al pediatra, il quale escluderà patologie mediche e individuerà i fattori di rischio per poi indirizzare il bambino ad uno specialista in neuropsichiatria. Il pediatra è il medico che osserva il bambino in ogni fase del suo sviluppo, conosce la sua storia e può valutare la normalità di alcuni segnali comportamentali. Se il pediatra riscontra delle difficoltà psicologiche escludendo cause di altra natura, invierà il bambino da uno specialista in neuropsichiatria o psicologia. Il contesto auspicabile per fare una valutazione di ADHD deve prevedere un lavoro sinergico di equipe, in cui ruotano neuropsichiatri e psicologi. Tuttavia, entrambe le figure professionali possono occuparsi della valutazione e della successiva diagnosi di bambini o ragazzi con ADHD basandosi sulle linee guida nazionali e i criteri diagnostici indicati nel DSM-5.


Che caratteristiche deve avere la valutazione?
La diagnosi di ADHD si basa su una valutazione del comportamento e non su test psicometrici: i test standardizzati non sono sufficientemente sensibili o specifici per individuare i criteri diagnostici. Infatti, la valutazione dell’ADHD è clinica e si basa sull’integrazione delle fonti di informazioni che derivano dai vari contesti di vita del bambino quali scolastico, sociale e familiare.

 
Quali test sono adatti nella valutazione?
Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, www.iss.it/adhd), sottolineano l’importanza dell’osservazione nella valutazione. Non esistono dei test standardizzati per la valutazione e la successiva diagnosi di ADHD, ma si consiglia di iniziare escludendo delle difficoltà cognitive con dei test strutturati e adeguati, per poi indagare i comportamenti irrequieti e inattenti con appositi questionari psicopatologici rivolti sia a genitori che insegnanti e con interviste psicodiagnostiche. 


E' possibile approfondire l'argomento nel seguente libro in cui ho collaborato:
Menghini D., Vicari S. (2020). Deficit di Attenzione e Iperattività. Carocci Editore.

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